giovedì 14 giugno 2012

Con i genitori


Come accennavamo in uno dei primi post del blog, il nostro progetto ha dedicato una parte del lavoro anche ai genitori, offrendo loro uno spazio di parola di gruppo e uno spazio di ascolto individuale.
Per noi, come è importante coinvolgere le insegnanti nel lavoro a scuola con i bambini, è doveroso prestare attenzione anche alle principali figure di riferimento dei bambini.

Per i genitori abbiamo pensato ad uno spazio di gruppo per consentire loro di potersi confrontare sulle problematiche comuni che si trovano a dover affrontare. Spesso infatti, proprio grazie all’esperienza e ai consigli di un altro genitore, possono essere chiarite o affrontate delle questioni che prima preoccupavano.
Abbiamo proposto di lavorare in piccoli gruppi per consentire ad ogni singolo partecipante di poter apportare il proprio contributo personale e per far sì che la parola circolasse, permettendo l’approfondimento e lo scambio personale.
Per quei genitori che avessero voluto un ascolto in riservatezza abbiamo offerto uno spazio nel quale potersi confrontare individualmente con uno psicologo di Petit Jonas.

Gli incontri si sono svolti nella Scuola Elementare Marsili, ma hanno partecipato genitori provenienti da varie Scuole.
I genitori che hanno scelto di partecipare a quest’esperienza hanno potuto confrontarsi su tematiche diverse, da quelle legate alla particolarità della relazione con i propri figli a quelle “universali” rispetto al ruolo del genitore. L’obiettivo del lavoro non è stato quello di offrire soluzioni “preconfezionate”, standard, su come educare il proprio figlio, ma è stato quello di valorizzare la particolarità di ogni genitore e di ogni figlio. Ogni genitore ha infatti il proprio stile e la propria passione e ha avuto l’opportunità di iniziare a cercare, anche grazie al confronto con gli altri, una soluzione particolare alle questioni che lo preoccupano.

giovedì 7 giugno 2012

Cavalieri si diventa!




Il percorso fatto insieme alla IIA della scuola Cesana si è incentrato sulle qualità possedute sia dalle insegnanti che dai bambini. Le tre insegnanti della classe che hanno partecipato al progetto hanno donato ai bambini ognuna una propria qualità che loro potessero usare per star bene a scuola. Nel primo gioco l’insegnante di Italiano, riconoscendo come propria la caratteristica dello Stile ne ha fatto dono ai bambini nominandoli cavalieri dello stile. Ogni bambino prima però ha dovuto dare prova di saper costruire qualcosa insieme ad un compagno usando solo tre strumenti e scatenando la fantasia! Nel secondo l’insegnante di storia ha donato ad ogni bambino la caratteristica del Tempo. La prova da superare per essere cavalieri era fare un disegno che rappresentasse un ricordo del passato, un attimo del presente e un sogno per il futuro.

Nel terzo l’insegnante di matematica, riconoscendo come propria la caratteristica della tenacia li ha nominati cavalieri dopo che ognuno avesse costruito uno scudo su cui avrebbe incollato tre simboli, ogni simbolo rappresentava una caratteristica che il bambino pensava di avere. Ogni gioco ha avuto un momento di condivisione in cui ogni bambino ha mostrato e descritto agli altri il lavoro fatto, spiegando i simboli o mostrando le invenzioni e i disegni, a seconda della prova che si doveva superare. E alla fine è stato costruito uno scudo di gruppo con i simboli delle qualità della classe.  

Strega o principessa?...Stregone o principe?


Nella IIB della scuola Cesana abbiamo deciso di iniziare i giochi raccontando la storia di Fosca e Tosca rispettivamente una strega costretta a comportarsi da principessa e una principessa costretta a comportarsi da strega. Ai bambini nel primo gioco è stato chiesto di identificarsi in una o nell’altra e di spiegare ai compagni il perché. Il risultato è che tutti i maschi hanno scelto di identificarsi nello stregone mentre tra le bambine prevale la principessa. In realtà ognuno di noi è un po’ stregone un po’ principe, le due parti coesistono, i bambini però avvertono come preponderante la parte che nel gioco abbiamo nominato come “dello stregone”, la parte di sé un po’ cattiva. Una considerazione da fare secondo noi è: come mai tanti stregoni contenti di esserlo e nessun principe? Dov’è la sublimazione? Dove sono gli adulti che orientano verso la trasformazione dello stregone in principe? C’è dunque da lavorare affinchè i bambini siano liberati dall’imperativo sociale “godi!” e pre far questo gli adulti devono dare regole chiare, messaggi univoci e non ambigui che li aiutino a distinguere il bene dal male. Non sei “figo” se fai lo stregone ma lo sei se ti comporti di più da principe!

martedì 5 giugno 2012

La forza della parola

Alle scuole Don Milani abbiamo lavorato in una seconda, una classe viva, accogliente e caratterizzata da avvenimenti che ne costituiscono già una storia specifica. Una classe che nei giochi ha sperimentato un va' e vieni dalle azioni alle parole, che ha mostrato il valore che la parola e l'ascolto possono avere per i soggetti che compongono una classe.


Siamo partiti da "La spada nella roccia": tutti in cerchio intorno alla roccia con la spada, creata dal piglio artistico e dalle mani ingegnose dell'insegnante Isabella, guardate che bella!!
I bambini hanno riflettuto su cosa vorrebbero difendere da cavalieri in possesso di quella spada.


Poi c'è stato un momento di lavoro in collaborazione per costruire degli oggetti in gruppo: ne sono uscite bellissime creazioni e i bambini si sono accorti di quanto sia difficile collaborare per realizzare qualcosa unendo le idee di ogni componente del gruppo.
Alcuni di loro hanno anche disegnato il momento in cui hanno presentato la loro invenzione alla classe e quello in cui la stavano costruendo!












L'ultimo gioco è stata una lotta cavalleresca, dei veri e propri round in cui ad essere valutati sono stati non solo la forza dei gareggianti, ma anche il coraggio e lo stile del "combattimento", caratterististiche che hanno orientato la nomina a "Cavaliere dell'Ordine della IIA" ricevuta da ogni bambino per la qualità in cui è risultato vincente. Non senza sorprese per chi si credeva forte ed è risultato coraggioso o con un buon stile e viceversa!

Ringrazio di cuore la IIA del bellissimo libro di disegni che mi ha donato al momento del nostro saluto alla fine dei giochi, sono così belli che devo caricarne almeno alcuni!


 

lunedì 14 maggio 2012

Rimbocchiamoci le maniche!


I giochi fatti insieme alle insegnanti e ai bambini della IIIA della scuola Marsili sono stati Totem, Baratto e Isola nell’intento di creare un percorso che andasse dall’esplorare le caratteristiche personali di ognuno, allo scambio reciproco e alla cooperazione:  “Ti dono la qualità che io ho e che a te manca, ricevo in dono da te la qualità che tu hai e che a me manca” e alla fine un gioco che li vede alle prese con lo spirito di gruppo, in cui autogestione e capacità di mediare sono le doti che potrebbero garantire la sopravvivenza su un’isola deserta senza adulti! Ma se leggere su un blog di isole deserte ci fa vagare con la fantasia verso paradisi incontaminati e luoghi non ancora civilizzati, ciò che è emerso dal lavoro con la IIIA ci riporta prepotentemente alla nostra società. Sono emersi infatti alcuni aspetti che la società in cui viviamo enfatizza all’esasperazione come la competitività, l’attenzione alla prestazione, a scapito di sentimenti di solidarietà, amicizia e autoconsapevolezza. Da anni ormai Jonas studia quei cambiamenti sociali che ci hanno portati al consumismo, ad avere poco tempo per riflettere sui nostri desideri e sulle nostre attitudini, poco tempo per seguire le inclinazioni personali anche se dovessero andare contro lo stile di vita che questa società cerca di imporci. È una società che ci vuole tutti uguali, tutti dediti al consumo e alla prestazione e poco al pensiero controcorrente che faccia venir fuori la nostra soggettività. È emerso che anche i bambini risentono di questo clima e che la misura della prestazione corre il rischio a volte di essere confusa con la misura del valore di ognuno.

Cosa si può fare? Qual è il compito degli adulti nel contesto sociale odierno? 
Mettersi insieme e lavorare! Scuola e famiglia hanno il compito di cooperare per creare un clima che permetta ai bambini di sentire meno la pressione dell’Altro sociale e di essere…bambini!

Buon lavoro allora! Siamo con voi!!

mercoledì 9 maggio 2012

UNA CLASSE PICCINA PICCINA


Ecco che per me si apre un mondo nuovo, “piccoli bambini che giocano, disegnano, si divertono”.  Ecco la prima impressione che ho avuto entrando nella 1°A della scuola Marconi di Villanova di Castenaso.

Il racconto di Giona è piaciuto molto ai bambini, per questo motivo si è deciso di giocare con loro, si, giocare ad interpretare la storia di Giona, chi ha preferito personificare Giona, chi la balena, chi il capitano e così via. Poi, ancora su Giona ma con qualcosa di nuovo, qualcosa di particolare, “Cosa fareste voi se la balena vomitasse Giona in questa classe? ”. In questo modo si è dato spazio ai piccoli di poter disegnare e successivamente mettere in parola, dicendo la loro opinione, a volte facendo un po’ fatica a volte molto naturalmente.

Tramite il disegno i bambini hanno dato spazio alla loro creatività, alla loro immaginazione e devo dire, sono stati proprio bravi! Ringrazio i bambini e le insegnanti per questa bellissima esperienza!

giovedì 3 maggio 2012

- Cipì…cipì, voglio uscire di qui!- gridava lui…


Gli incontri con le insegnanti e con i bambini della IA della scuola Marsili sono stati incentrati su quanto è difficile per i piccoli uccellini lasciare il nido caldo e accogliente, questa è la metafora che descrive una delle caratteristiche di questa classe e che ci ha accompagnato nel percorso di giochi.
Abbiamo scelto il racconto di Mario Lodi “Cipì”, un uccellino piccolo e curioso di vedere il mondo che stava fuori dal nido e oltre le ali calde e protettive della mamma.


Dopo il racconto della storia, reso suggestivo e partecipato dalla maestra, i piccoli uccellini si sono immedesimati in Cipì entrando dentro il nido preparato per loro, un nido colorato e abbastanza grande da contenerli tutti!
Come ti senti a stare dentro al nido? E fuori? Quali potrebbero essere i vantaggi di essere usciti dal nido? Cosa c’è fuori che fa paura?.. quante cose su cui riflettere! E quante cose da disegnare!
Il secondo passaggio ha visto i piccoli uccellini attori, in gruppi hanno interpretato il personaggio della storia con cui più si identificavano: Cipì, Chiccolaggiù, Beccoduro, Nastro d’argento, Palla di fuoco e hanno inventato una storia che lo aveva come protagonista.


Per separarsi a volte i bambini usano degli oggetti che caricano di valore affettivo, quegli oggetti sono molto importanti perché rappresentano qualcuno che fisicamente in quel momento non c’è ma che simbolicamente fa sentire la sua presenza, sono quegli oggetti che Winnicott chiamerebbe transazionali, che accompagnano il bambino in un passaggio da una situazione ad un’altra e può piano piano costruire la sua indipendenza. Il terzo gioco si è incentrato dunque sul disegno dell’oggetto preferito da ognuno e tutti i disegni poi sono stati usati per inventare una storia.