

Nella IIB della scuola Cesana
abbiamo deciso di iniziare i giochi raccontando la storia di Fosca e Tosca
rispettivamente una strega costretta a comportarsi da principessa e una principessa
costretta a comportarsi da strega. Ai bambini nel primo gioco è stato chiesto
di identificarsi in una o nell’altra e di spiegare ai compagni il perché. Il
risultato è che tutti i maschi hanno scelto di identificarsi nello stregone
mentre tra le bambine prevale la principessa. In realtà ognuno di noi è un po’
stregone un po’ principe, le due parti coesistono, i bambini però avvertono
come preponderante la parte che nel gioco abbiamo nominato come “dello
stregone”, la parte di sé un po’ cattiva. Una considerazione da fare secondo
noi è: come mai tanti stregoni contenti di esserlo e nessun principe? Dov’è la
sublimazione? Dove sono gli adulti che orientano verso la trasformazione dello
stregone in principe? C’è dunque da lavorare affinchè i bambini siano liberati
dall’imperativo sociale “godi!” e pre far questo gli adulti devono dare regole
chiare, messaggi univoci e non ambigui che li aiutino a distinguere il bene dal
male. Non sei “figo” se fai lo stregone ma lo sei se ti comporti di più da
principe!
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